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I 5 consigli che ti aiutano a rendere meno sedentario il tuo lavoro

Stare seduto dietro una scrivania per molte ore, come chi lavora al computer o in ufficio, guidare una macchina, fare lavori manuali senza sforzi fisici fa parte di quel tipo di lavoro definito “sedentario”.
I rischi ad esso collegati sono molti, tanto da definire la sedentarietà come un “male del nuovo secolo”

Il male del nuovo secolo
Il lavoro sedentario porta con sé numerosi rischi, in quanto il movimento e l’esercizio fisico che garantiscono al corpo uno stato di benessere generale sono purtroppo assenti.
Secondo gli studi della Cambridge University, la sedentarietà è una malattia che provoca 90.000 morti all’anno. In altre parole: una persona su sei, nel corso della sua vita, è colpita da malattie cardiache, ictus, cancro, diabete di tipo 2 e demenza.
Dallo studio è emerso che Il 37% dei partecipanti (tutti adulti britannici) è completamente inattivo. Ciò significa che un terzo di questi britannici dedica meno di 30 minuti al giorno all’attività motoria (per “attività motoria” si intende anche compiere semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare giardinaggio e lavori domestici).
Addirittura, i più pigri aggravano il problema trascorrendo la serata dopo il lavoro sul divano, magari cenando con del fast food.
In questi ultimi anni, gli effetti negativi causati da una vita inattiva sono stati presi seriamente in considerazione, tanto da definire i rischi legati alla sedentarietà come un male del nuovo secolo.

La sedentarietà farà ammalare 500 milioni di persone entro il 2030
Una persona che conduce uno stile di vita sedentario trascorre le sue giornate in uno stato inattivo per gran parte del tempo, perché non svolge alcun tipo di esercizio fisico, e nemmeno del semplice movimento. Spesso, la persona sedentaria può essere colei che si ritrova in posizioni fisse prolungate nel tempo, ad esempio durante le ore lavorative. Pensiamo all’impiegato, a chi guida l’autobus, chi fa lavori manuali da seduto o chi lavora al computer.

La maggior parte delle persone, quindi, conduce uno stile di vita sedentario.
L’Oms, Mondiale della Sanità, ha affermato che la mancanza di movimento farà ammalare quasi 500 milioni di persone nel mondo entro il 2030.

Infatti, le persone che trascorrono otto ore al giorno alla scrivania e praticano una scarsa attività fisica presentano il 9.9% di rischio di morte, rischio che si riduce al 6.8% per chi rimane seduto per quattro ore al giorno e dedica almeno 60 minuti allo sport.

Oltre a mettere in pericolo la vita, anche la postura ne risente
La maggior parte delle persone è costretta a mantenere la stessa posizione per gran parte della giornata e, spesso, non dà alcuna importanza al modo in cui lo fa, finendo con l’adottare atteggiamenti posturali poco corretti. Oltretutto, di frequente questa noncuranza si estende a tutte le altre posizioni assunte nel resto della giornata, per esempio mentre si cammina, si sollevano pesi, si guarda la Tv, si dorme. Il risultato? Non di rado, subentrano problematiche come mal di schiena, difficoltà di circolazione, cefalea, cervicalgia (dolore cervicale) vertigini, scoliosi, disturbi intestinali.

Non solo: la sedentarietà è uno dei fattori di rischio principali per molte malattie, dalle patologie cardiovascolari ai tumori, dall’obesità ai disturbi reumatici, dalle malattie metaboliche ai deficit immunitari. Del resto, il corpo è progettato per muoversi: se rimane fermo per troppo tempo, possono subentrare molte conseguenze negative.

Come ridurre il rischio?
Bisogna tenere bene a mente che maggiore è il tempo di sedentarietà e più elevato sarà il livello di mortalità.
Per ridurre il rischio è, ovviamente, fondamentale muoversi di più.
Sì, ma quanto?
Stando a una analisi condotta da un team di ricercatori norvegesi, della Norwegian School of Sport Sciences, pubblicata sul British Journal of Sports Medicine, per bilanciare 10 ore trascorse in posizione seduta occorre praticare dai 30 ai 40 minuti di attività fisica, di intensità moderata o vigorosa, al giorno.

L’Italia è un paese pigro o attivo?
Secondo un recente studio dell’Eurobarometro, l’Italia occupa l’undicesima posizione nella speciale classifica dei Paesi più sedentari d’Europa: ben il 56% dei nostri connazionali non pratica sport. La situazione è sicuramente migliorata rispetto a qualche anno fa quando i “pigri” erano il 62%.

I 5 consigli utili per uno stile di vita più sano e attivo
Il movimento ha effetti favorevoli sulla salute in generale, per cui non bisognerebbe mai rinunciarci.
L’attività motoria (non solo sport, ma anche semplici attività come camminare o dedicarsi ai lavori domestici) riduce la mortalità, migliora la capacità cardiorespiratoria e quella muscolare, rende la composizione corporea e il profilo biochimico più favorevoli per quanto riguarda la prevenzione cardiovascolare, del diabete e delle patologie ossee.

Ecco qui i cinque consigli che ci auguriamo da oggi possa seguire anche tu:

  1. Avere uno stile di vita attivo, facendo almeno 10.000 passi al giorno.
  2. Privilegiare tutti quei gesti che comportano l’uso del corpo, per esempio fare le scale invece di prendere l’ascensore, andare al lavoro a piedi, scendere a una fermata prima della metropolitana.
  3. Praticare uno sport, per almeno un’oretta, tre volte alla settimana
  4. Fare stretching: allungare i muscoli durante le ore passate in ufficio è una buona strategia per evitare di diventare un tutt’uno con la sedia. Ad esempio: quando ricevi una telefonata alzati in piedi e fai stretching per i polpacci.
  5. No, non siamo impazziti. A causa dello stress, ci ritroviamo spesso, e senza accorgercene, a inspirare troppo (o troppo poco) ossigeno. Prenditi delle pause per concentrati di più sul tuo corpo e controlla il ritmo della respirazione a mo’ di meditazione. E, se hai la fortuna di non affacciare sulla via più caotica e trafficata della città, prendi una bella boccata d’aria fresca mentre sei al lavoro.
    Questo ti aiuta a prendere un po’ di cura di te stesso, soprattutto se l’ambiente lavorativo è tossico e per te motivo di malessere.