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L’attività fisica per i malati d’alzheimer: quanto è importante?

L’Alzheimer (AD) è una malattia neurodegenerativa che uccide progressivamente le cellule nervose, soprattutto quelle  che regolano i processi di apprendimento e memoria.

Purtroppo si tratta di una  delle forme più comuni di demenza, si stima che in Europa ne soffra più del 54% della popolazione dai 65 anni in su.

Non ci sono cure per questa malattia ma diversi studi hanno dimostrato come l’attività fisica accompagna da una corretta fisioterapia aiuti il paziente a stare meglio.

I benefici più comuni riguardano:

  • il rallentamento del declino delle funzioni cognitive,
  • il contrasto alla depressione,
  • il miglioramento della qualità del sonno,
  • la riduzione dei disturbi comportamentali, soprattutto l’agitazione e l’irrequietezza.

Tali benefici, derivanti dall’attività fisica, si associano ad un aumentato flusso cerebrale (Rogers et al., 1990) e ad un aumento dell’attività metabolica e dello spessore della corteccia nelle regioni frontali e temporali (Colcombe et al., 2004; Kramer et al., 2006a).

Inoltre, l’efficacia dell’attività motoria sulle funzioni cerebrali è anche mediata da un più globale miglioramento della funzione cardiorespiratoria e dalla riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare  che aumentano la probabilità di ammalarsi di Alzheimer.

L’attività motoria quotidiana in gruppo

Nella situazione di gruppo, entrano in gioco altre variabili, legate al tono dell’umore, ai rapporti dei pazienti tra di loro, ma anche alla loro relazione con il conduttore e con l’operatore della struttura (che, preferibilmente, partecipa all’attività del piccolo gruppo coadiuvando il conduttore).

L’esperienza e gli studi effettuati sul comportamento di anziani non autosufficienti hanno dimostrato che l’attività psicomotoria condotta in gruppo ha rilevanti possibilità di riuscita perché la disposizione in circolo delle persone favorisce la comprensione e l’esecuzione della proposta motoria, arricchisce gli stimoli, e sollecita le competenze relazionali.

Un percorso di questo genere è più facile e redditizio se fatto in gruppo con la guida di un esperto, ma è possibile anche in modo autonomo seguendo le opportune indicazioni