
Malleolo: funzioni e disturbi
Il malleolo è un’articolazione posizionata sia sul lato esterno che sul lato interno della caviglia. Si tratta di una prominenza che può essere soggetta a diversi disturbi, soprattutto se si praticano alcuni tipi di sport.
Ma andiamo a scoprire insieme cos’è nello specifico un malleolo e quali sono le sue funzioni.
Cos’è il malleolo e quali sono le sue funzioni
Il termine malleolo deriva dal latino “malleolus” che significa piccolo martello. Esso consta nella sporgenza ossea che si trova sul lato interno ed esterno della caviglia. Il corpo umano è formato da quattro malleoli in totale, due per ogni arto. Quest’ultimi sono:
- Malleolo tibiale o mediale: posizionato sul lato interno, si tratta del punto in cui il legamento deltoide lega la tibia al piede, permettendo in questo modo alla caviglia di esercitare tutti i movimenti necessari. La superficie del mediale è formata da cartilagine;
- Malleolo peroneale o laterale: posizionato sul lato esterno, questa parte del malleolo è quella più distante dal piano sagittale.
Il malleolo è fondamentale per fornire una buona stabilità all’articolazione della caviglia. Esso rappresenta la parte finale delle ossa del perone e della tibia che, unitamente al lavoro svolto dai legamenti mediali e laterali, consente al piede di restare stabile durante l’attività motoria, soprattutto per quei movimenti improvvisi.
I disturbi associati al malleolo
Il malleolo può essere soggetto a diverse fratture, soprattutto in chi pratica regolarmente alcune tipologie di sport, come ad esempio il calcio, il football, l’hockey e il rugby. Può bastare però anche un semplice movimento errato per incorrere in questo tipo di problema. Solitamente infatti le fratture avvengono a seguito di movimenti di eversione del piede.
Esistono diverse tipologie di fratture:
- Frattura bimalleolare di Pott: in questo caso la frattura riguarda il malleolo tribale e il malleolo peroneale;
- Frattura trimalleolare di Pott: riguarda invece una frattura triplice ed è inerente al malleolo tibiale, peroneale e ad una parte della sezione distale della tibia;
- Fratture scomposte: si verificano dopo gravi rotazioni del piede e nei casi più complicati si può incorrere anche in lesioni dei legamenti o della capsula articolare;
- Frattura composte: l’osso fratturato mantiene la sua forma originaria e il danno è lieve.
Inoltre, è importante sottolineare che le fratture possono insorgere anche a causa di patologie croniche che rendono le ossa più fragili, come l’osteoporosi. Possono essere altresì causate da eventi accidentali, come incidenti stradali o domestici.
Sintomi e rimedi della frattura al malleolo
La frattura del malleolo può essere molto dolorosa. Oltre al dolore alla caviglia, i principali sintomi sono il gonfiore e la formazione di un ematoma locale, una ridotta mobilità della caviglia e, in generale, una difficoltà nel camminare. Le fratture più gravi possono portare anche all’artrosi alla caviglia.
I segni della frattura solitamente insorgono già poche ore dopo l’incidente e si manifestano attraverso rigonfiamenti della zona colpita. In alcuni casi è possibile che si verifichi anche un sanguinamento interno e una sensazione di formicolio e intorpidimento della gamba.
Per capire l’origine del disturbo è sempre opportuno consultare un esperto. In particolare è necessario innanzitutto sottoporsi ad una radiografia, in maniera tale da verificare nello specifico qual è la zona colpita, la tipologia di frattura e per capire anche come sono allineati i frammenti ossei.
La risoluzione dei problemi al malleolo dipende dalla tipologia di frattura, dalla sua gravità ma anche dall’età del soggetto. Nelle persone anziane ad esempio anche una semplice frattura composta può provocare danni.
In soggetti sani e in età giovane invece una frattura composta si risolve con molta facilità, senza la necessità di ricorrere ad interventi, anche se molto dipende dalla zona di rottura dell’osso. Ad ogni modo anche in questi casi viene consigliato riposo e trattamento conservativo.
Come abbiamo già visto in precedenza, le fratture scomposte invece sono più gravi. Nella maggior parte dei casi questa tipologia di rottura dell’osso richiede l’intervento chirurgico e un percorso di riabilitazione lungo.