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linfedema

Linfedema: cause, sintomi e come trattarlo

Quando il sistema linfatico non funziona correttamente ed ha problemi a ricevere i liquidi trasportati dal sistema venoso, questi si vanno ad accumulare tra la cute ed i muscoli, provocando una pressione eccessiva che indebolisce le fibre, creando l’edema ed il conseguente gonfiore, tipico del linfedema.

Il sistema linfatico, infatti, è l’apparato incaricato al drenaggio che indirizza liquidi e materiali di scarto dalle estremità del corpo fino agli organi addetti alla depurazione, come fegato, reni, polmoni e linfonodi.

Parliamo di una patologia che in Italia conta almeno 350.000 casi, con un’incidenza di oltre 40.000 nuovi episodi ogni anno. L’accumulo di linfa nei tessuti è tipico degli arti, superiori o inferiori che siano, e può coinvolgere entrambi o, più spesso, un solo arto.

Il principale sintomo è proprio il gonfiore di un arto: generalmente ha una crescita lenta e può essere più o meno importante in base alla gravità del problema (spesso è lieve ma in alcuni casi può degenerare in una situazione di elefantiasi).

Altri sintomi di un linfedema possono essere una variazione del colore della cute, una difficoltà nel muovere o piegare l’arto (collegata ad una costante sensazione di pesantezza) ed una pelle fragile, facilmente soggetta ad infezioni o prurito.

Il linfedema viene classificato in base all’origine e alla gravità del problema:

  • il linfedema primario è quello considerato ereditario, legato a disturbi congenici del sistema linfatico; 
  • il linfedema secondario è solitamente causato da interventi chirurgici e traumi.

Si tratta di una malattia cronica ed invalidante, anche se non eccessivamente dolorosa, che non prevede una cura completamente risolutiva: le terapie aiutano a migliorare la situazione, riducendo quanto più possibile l’edema ed i disturbi ad esso collegato.

Il principale metodo per intervenire, riducendo l’edema, è il linfodrenaggio manuale, che permette di stimolare manualmente il sistema linfatico e drenare l’accumulo di liquidi. Al linfodrenaggio, poi, si è soliti abbinare un trattamento con bendaggio e tutori elastici.

In alcuni casi, è possibile intervenire con un intervento chirurgico per inserire dei bypass tra vasi linfatici e sistema venoso, provando a ripristinare il corretto collegamento funzionale all’apparato. 

Come per altre patologie, la tempistica è fondamentale: per questo, è opportuno effettuare una visita specialistica fin dai primi segnali e farsi indirizzare per una corretta terapia. 

In Ortopedia Pellegrini, oltre a potervi indicare un corretto percorso terapeutico e ad offrirvi una vasta gamma di calze per la contenzione elastica, abbiamo la possibilità di applicare due tecniche di linfodrenaggio:

  • il linfodrenaggio manuale VODDER: viene condotto con una o due mani, e l’esercizio su tutto il corpo è compiuto assecondando il decorso dei deflussi cutanei o sottocutanei, verso i linfonodi afferenti a uno specifico distretto linfatico;
  • il LEDUC: efficace nel riassorbire i liquidi di interposizione. Rispetto al VODDER è più breve ma con risultato analogo. Stimola e supporta il drenaggio linfatico,  migliorando la circolazione.