
Rianimazione cardiopolmonare: quali sono le manovre
L’arresto cardiaco è la causa di morte di molte persone ogni anno. In Italia, si calcola una vittima ogni 8 minuti e 44 secondi, per un totale di 60.000 persone all’anno, di cui il 7% ha un’età inferiore ai 30 anni. Sono circa 4.200 i giovani che perdono la vita ogni anno per arresto cardiaco, di cui 2.100 sono bambini.
Questo fenomeno si verifica quando il cuore non riesce a pompare il sangue all’organismo a sufficienza. In questi casi, è necessario agire subito eseguendo una rianimazione cardiopolmonare (RCP). A tal proposito, in seguito cercheremo di capire come si effettua un massaggio cardiaco.
L’importanza delle manovre di rianimazione cardiopolmonare
È stato rilevato che l’esecuzione di un massaggio cardiaco prima dell’arrivo dell’ambulanza raddoppia e in alcuni casi triplica le possibilità di sopravvivenza. Allo stesso tempo però i dati ci dicono che sono pochi coloro che sanno come svolgere la tecnica. In particolare, in Europa si calcola che è in grado di effettuare una manovra di rianimazione cardiopolmonare solo il 15% delle persone.
La manovra consiste in una serie di attività atte a ripristinare l’attività del cuore. Quando si ha un arresto cardiaco, infatti, il sangue, dopo pochi minuti, non riesce più ad arrivare al cervello e insorge una fibrillazione ventricolare. Una corretta esecuzione della RCP può ridurre sensibilmente il rischio di morte nel soggetto colpito. Ecco perché è fondamentale conoscere la tecnica.
Come si effettua il massaggio cardiaco
Innanzitutto, prima di iniziare, bisogna verificare la presenza di un defibrillatore, che può servire a far ripartire il cuore, ripristinando il suo ritmo. Inoltre, bisogna controllare anche lo stato del soggetto, cercando di capire se è cosciente o meno. Se risponde alle domande, non c’è bisogno di procedere con la rianimazione, mentre se non è cosciente bisogna chiamare immediatamente l’ambulanza e procedere alla manovra. Infine, bisogna capire se il soggetto riesce a respirare o meno e procedere alla rimozione di ogni oggetto che può causare una costrizione, come ad esempio una collana o una cintura.
A questo punto, dopo essersi accertato di tutti gli elementi che abbiamo analizzato, bisogna mettere il soggetto nella posizione giusta. In particolare, bisogna posizionarlo a pancia in su sul suolo o su un piano rigido e con la testa di lato e la bocca aperta. Dopodiché, bisogna trovare il punto di compressione, individuando la metà dello sterno, dove porre il palmo della mano e il dorso dell’altro palmo. Ora, si può procedere con la prima compressione, la quale deve essere rapida e forte. In particolare, bisogna schiacciare il torace di 5 cm circa, mentre nei bambini la spinta deve essere più leggera, schiacciando per circa 3,5 cm. Bisogna posizionare due dita sulla parte inferiore dello sterno, dove si uniscono le costole e il palmo sopra le dita. Bisogna poi togliere le dita e intrecciare le mani sul petto. Bisogna poi fare attenzione a mettere le braccia perpendicolari al petto e premere 30 volte sul petto, al fine di stimolare il battito. È importante contare bene tutte le compressioni e assicurarsi che il massaggio abbia un ritmo regolare, stando attenti a non interrompere, se non per un periodo non superiore ai 10 secondi.
Così facendo, il cuore viene compresso tra lo sterno e la colonna vertebrale, mentre al termine di tale operazione la gabbia toracica si espande, permettendo al cuore di dilatarsi e, successivamente, restringersi.
Attraverso questa operazione, si permette al sangue di pompare tra il 20% e il 40%, consentendo alla vittima di tenersi in vita fino all’arrivo dell’ambulanza. La rianimazione cardiopolmonare deve essere interrotta solo quando arrivano i soccorsi. Tuttavia, essendo un’attività molto faticosa, se ci sono altre persone in grado di eseguirla, è opportuno fermarsi quando non si hanno più le forze per proseguire.